Ischia: Monte Epomeo |
Terremoto
a Ischia: dito contro chi…?
Le
scosse sismiche che hanno segnato profondamente l’abitato di Casamicciola
Terme, nella loro gravità non scevra da gravi conseguenze, hanno consentito innanzitutto
ai distratti di mettere il dito nella
piaga dell’abusivismo edilizio e non solo a Ischia. Sull’isola si contano 27000
domande di condono… Le richieste di sanatoria non riguardano solo case ex novo ma
anche opere cosiddette minori, che hanno contribuito a rendere
più di qualche edificio maggiormente vulnerabile alle sollecitazioni sismiche.
Le case a nord dell'isola non sono state risparmiate dalle conseguenze
del sisma del 21 agosto 2017, perché i terremoti anche di modesta magnitudo che
si abbattono a Casamicciola, hanno la caratteristica di produrre scuotimenti
superficiali della crosta terrestre, col fuoco
sismico che deflagra praticamente sotto i piedi degli abitanti.
Le
varie interviste televisive offerteci dalle dirette, ci hanno mostrato sindaci petto
in fuori a difendere obtorto collo l’operato della politica e delle istituzioni
locali, tentando di smontare fino in fondo le teorie e i j’accuse contro l’abusivismo
edilizio e i condoni facili.
Certamente
una delle vittime del sisma ha perso la vita nel franamento della chiesa
abbandonata già dal terremoto del 1883; è ovvio che tale manufatto non c’entra
con l’abusivismo, ma è altrettanto vero che le opere in murature
ancorchè pericolanti, quando si aggettano sulle vie di transito sono delle vere
bombe a orologeria che andrebbero disinnescate attraverso il puntellamento o
la demolizione preventiva del manufatto.
Una
zona sismica che ha registrato terremoti molto distruttivi soprattutto per
caratteristiche focali puntiformi, dobbiamo considerarla alla stregua come una
spada di Damocle vulcano tettonica gravante a permanenza sull’abitato esposto.
Quindi, il passare del tempo non sminuisce il rischio incombente, così come sui
tempi di ritorno del fenomeno non ci si può fare un grande affidamento,
innanzitutto perché non sappiamo se i sommovimenti litosferici hanno dissipato
tutta l’energia immagazzinata in loco. E’ appena il caso di ricordare che
abbiamo a che fare con fenomeni sismici la cui origine riguarda
l’imperscrutabile sottosuolo chilometrico.
Lo
scenario che si è presentato subito dopo l’evento sismico di Casamicciola, è
quello solito post catastrofe, ma con una popolazione che è rimasta letteralmente
scioccata da un evento che non riteneva potesse più accadere dopo un trascorso
di 134 anni dal micidiale terremoto del 1883. Un terremoto che in ogni caso i
casamicciolesi moderni non hanno
conosciuto sulla propria pelle.
Secondo
un modo d’essere degli uomini, gli eventi vulcanici e i terremoti col passare dei
decenni di clemenza geologica vengono rimossi dalla concezione tutta umana del
pericolo. Ad allertarci infatti, sono prevalentemente i sensi, ma purtroppo i
terremoti giungono sempre improvvisi e impercettibili e quindi sempre inaspettati. Da qui l’esigenza di
agire di prevenzione attraverso l’irrobustimento strutturale delle magioni che
ci ospitano, compreso ovviamente uffici pubblici e luoghi di culto.
La
comunità scientifica ritiene troppo spesso di aver esaurito il suo compito a
proposito delle calamità naturali, semplicemente consegnando le relazioni
scientifiche agli organi territoriali, dipartimentali e di governo. I sindaci, generalizzando, ricevono
queste pubblicazioni o le indicazioni da parte di organi sovra ordinanti, tentando
una mediazione tra la realtà che gli viene prospettata e le promesse
elettorali. Ne esce soventemente fuori un pastrocchio poco virtuoso che non va
nella direzione della salvaguardia individuale e collettiva, ma più
concretamente nella direzione del consenso elettorale. I condoni edilizi ne
sono un esempio, e la mediazione consiste nel propinarli con la foglia di fico
del distinguo, tra abuso di necessità da quello speculativo… A livello
regionale campano si spinge per formule che non prevedano l’abbattimento delle
opere abusive, attraverso fantasiosi espedienti che in ogni caso non riescono a
far quadrare il cerchio a proposito dell’ubicazione di certi manufatti all’interno
di zone altamente pericolose come quella vesuviana. Concettualmente il
governatore disquisisce sull’argomento ricordando che non ci sono cave a
sufficienza per depositare le macerie di tutti gli abbattimenti. Ragionando per
paradosso e senza accostamento tra i due fenomeni, e come dire se non ci sono
prigioni a sufficienza meglio non arrestare i criminali…
Per
dare un ulteriore esempio tra scienza e politica, un accenno all'area vulcano
calderica dei Campi Flegrei è d’obbligo: qui c’è una zona rossa ad alta
pericolosità vulcanica sancita dallo Stato dove ancora non c'è un vincolo anti
cemento ad uso residenziale. Eppure parliamo di una plaga dove il manometro del
rischio eruttivo oscilla di continuo, bollettino dopo bollettino, come il suolo
che in passato si alzò tanto destando non poche preoccupazioni nelle autorità
che sfollarono i puteolani del centro storico, perno della zona rossa, alla
zona rossa di Monteruscello.
Oggi
l'argomento clou nel flegreo è la cabina di regia contesa da più enti e
amministrazioni per utilizzare, secondo le logiche del “rinnovamento urbano”, i
suoli di Bagnoli (Campi Flegrei), senza escludere l'insediamento di nuovi residenti
nella caldera del super vulcano insofferente, che sbuffa anidride carbonica a
tonnellate e per questo destinatario del vigente livello giallo di attenzione
vulcanica...
Il
problema allora a Ischia come altrove è sempre il cemento… Generalizzando, al
richiamo del maledetto oro grigio nessun partito politico resiste, perché a
prescindere se trattasi di abusivismo edilizio o di licenza facile, quindi di
distrazione nella vigilanza o di concessione, il sistema cementizio nel suo
insieme dirotta notevoli consensi elettorali nonostante fagociti territori in
danno della collettività a cui prima o poi la natura presenterà un conto.
La
classe politica isolana coi suoi 64.000 abitanti è stata sbalzata sul tavolo
degli imputati senza che sia stato mai fornito alle autorità comunali uno
scenario di rischio. Nel vesuviano gli scenari ci sono ma sottovalutati, mentre
il flegreo è stato segnato come pericoloso ma senza nulla interdire nel
territorio calderico, che doveva essere destinatario di un provvedimento
regionale anti cemento in concomitanza della classificazione statale di zona
rossa. La classe scientifica o dipartimentale o commissariale deputata acché un
evento naturale non si trasformi in catastrofe dovrebbe pur vedere queste
inadempienze o incongruenze come dir si voglia…
Gli
ischitani devono ricordarsi della spada di Damocle e riedificare a Casamicciola
Terme con grande lucidità e tecniche ben precise. Le macerie si utilizzino per
allargare porti che devono costellare i quattro punti cardinali dell’isola onde
rendere agibile almeno un approdo in caso di inclemenze meteorologiche o di
inagibilità delle strade che circumrotano
l’isola. Sui quattro punti cardinali magari a ridosso dei porti devono essere
realizzate anche le elisuperfici. Naturalmente si privilegeranno nella
tempistica le opere strutturali e infrastrutturali rivolte alla vicina
Pozzuoli.
La
comunità scientifica deve redigere gli scenari di rischio sismico e vulcanico
per l’isola d’Ischia, mentre i sei comuni ischitani dovranno stilare intanto il
piano d’emergenza comunale provvisorio, con indicazione delle strutture da
utilizzare all’occorrenza come punti di ricovero o di raccolta, e soprattutto e
in ogni caso dovranno formalizzare un protocollo d’evacuazione tenendo in
considerazione la condizione peggiore in termini di magnitudo e numero di
abitanti e l’agibilità attuale dei porti. Un’evacuazione che dovrà essere
riservata ai soli dimoranti e non alle loro automobili che ritarderebbero e
ingolferebbero pericolosamente gli approdi.
L’Osservatorio
Vesuviano dovrebbe rivedere tutta la sua organizzazione per sovrintendere e per
quanto di competenza alla sicurezza dei cittadini napoletani e metropolitani.
Tale struttura di ricerca e monitoraggio dell’INGV, è inconcepibile che basi la
sua organizzazione sulla reperibilità del personale scientifico. La realtà napoletana
non lo consente. Il personale competente deve attendere a compiti di
sorveglianza attraverso turnazioni che vedano il sismologo e il vulcanologo di
turno in sede 24 ore su 24, ben sistemati nella loro piccola stanzetta di
guardia. Nel caso del sisma ischitano, le prime analisi dello scadente sistema
di triangolazione incredibilmente suscettibile ai Black out elettrici, hanno
dato l’epicentro a diversi chilometri a nord di Ischia. Il caso poteva
contemplare che lo dessero a diversi chilometri a nord est di Ischia, in questo
caso sotto la cittadina di Pozzuoli: il che avrebbe avuto sicuramente un altro
significato…
A
volte le dimissioni servono non perché una persona sia incompetente, bensì
semplicemente che non è portata a un ruolo operativo che prevede il massimo
dell’efficienza nel minore tempo possibile che non si misura a giorni.
Quando
i collegamenti televisivi avvengono in diretta dall’Osservatorio Vesuviano,
molto spesso hanno come sfondo una sala di monitoraggio imponente:
innegabilmente da grande effetto mediatico… Tutto qui!
Osservatorio Vesuviano: sala monitoraggio |