venerdì 1 settembre 2017

Terremoto Ischia: dèfaillance scientifica...


Ischia: Monte Epomeo
 
Terremoto a Ischia: dito contro chi…?

Le scosse sismiche che hanno segnato profondamente l’abitato di Casamicciola Terme, nella loro gravità non scevra da gravi conseguenze, hanno consentito innanzitutto ai distratti di mettere il dito nella piaga dell’abusivismo edilizio e non solo a Ischia. Sull’isola si contano 27000 domande di condono… Le richieste di sanatoria non riguardano solo case ex novo ma anche opere cosiddette minori, che hanno  contribuito a rendere più di qualche edificio maggiormente vulnerabile alle sollecitazioni sismiche.

Le case a nord dell'isola non sono state risparmiate dalle conseguenze del sisma del 21 agosto 2017, perché i terremoti anche di modesta magnitudo che si abbattono a Casamicciola, hanno la caratteristica di produrre scuotimenti superficiali della crosta terrestre, col fuoco sismico che deflagra praticamente sotto i piedi degli abitanti.

Le varie interviste televisive offerteci dalle dirette, ci hanno mostrato sindaci petto in fuori a difendere obtorto collo l’operato della politica e delle istituzioni locali, tentando di smontare fino in fondo le teorie e i j’accuse contro l’abusivismo edilizio e i condoni facili.

Certamente una delle vittime del sisma ha perso la vita nel franamento della chiesa abbandonata già dal terremoto del 1883; è ovvio che tale manufatto non c’entra con l’abusivismo, ma è altrettanto vero che le opere in murature ancorchè pericolanti, quando si aggettano sulle vie di transito sono delle vere bombe a orologeria che andrebbero disinnescate attraverso il puntellamento o la demolizione preventiva del manufatto.

Una zona sismica che ha registrato terremoti molto distruttivi soprattutto per caratteristiche focali puntiformi, dobbiamo considerarla alla stregua come una spada di Damocle vulcano tettonica gravante a permanenza sull’abitato esposto. Quindi, il passare del tempo non sminuisce il rischio incombente, così come sui tempi di ritorno del fenomeno non ci si può fare un grande affidamento, innanzitutto perché non sappiamo se i sommovimenti litosferici hanno dissipato tutta l’energia immagazzinata in loco. E’ appena il caso di ricordare che abbiamo a che fare con fenomeni sismici la cui origine riguarda l’imperscrutabile sottosuolo chilometrico.

Lo scenario che si è presentato subito dopo l’evento sismico di Casamicciola, è quello solito post catastrofe, ma con una popolazione che è rimasta letteralmente scioccata da un evento che non riteneva potesse più accadere dopo un trascorso di 134 anni dal micidiale terremoto del 1883. Un terremoto che in ogni caso i casamicciolesi moderni non hanno conosciuto sulla propria pelle.

Secondo un modo d’essere degli uomini, gli eventi vulcanici e i terremoti col passare dei decenni di clemenza geologica vengono rimossi dalla concezione tutta umana del pericolo. Ad allertarci infatti, sono prevalentemente i sensi, ma purtroppo i terremoti giungono sempre improvvisi e impercettibili e quindi sempre inaspettati. Da qui l’esigenza di agire di prevenzione attraverso l’irrobustimento strutturale delle magioni che ci ospitano, compreso ovviamente uffici pubblici e luoghi di culto.

La comunità scientifica ritiene troppo spesso di aver esaurito il suo compito a proposito delle calamità naturali, semplicemente consegnando le relazioni scientifiche agli organi territoriali, dipartimentali  e di governo. I sindaci, generalizzando, ricevono queste pubblicazioni o le indicazioni da parte di organi sovra ordinanti, tentando una mediazione tra la realtà che gli viene prospettata e le promesse elettorali. Ne esce soventemente fuori un pastrocchio poco virtuoso che non va nella direzione della salvaguardia individuale e collettiva, ma più concretamente nella direzione del consenso elettorale. I condoni edilizi ne sono un esempio, e la mediazione consiste nel propinarli con la foglia di fico del distinguo, tra abuso di necessità da quello speculativo… A livello regionale campano si spinge per formule che non prevedano l’abbattimento delle opere abusive, attraverso fantasiosi espedienti che in ogni caso non riescono a far quadrare il cerchio a proposito dell’ubicazione di certi manufatti all’interno di zone altamente pericolose come quella vesuviana. Concettualmente il governatore disquisisce sull’argomento ricordando che non ci sono cave a sufficienza per depositare le macerie di tutti gli abbattimenti. Ragionando per paradosso e senza accostamento tra i due fenomeni, e come dire se non ci sono prigioni a sufficienza meglio non arrestare i criminali…

Per dare un ulteriore esempio tra scienza e politica, un accenno all'area vulcano calderica dei Campi Flegrei è d’obbligo: qui c’è una zona rossa ad alta pericolosità vulcanica sancita dallo Stato dove ancora non c'è un vincolo anti cemento ad uso residenziale. Eppure parliamo di una plaga dove il manometro del rischio eruttivo oscilla di continuo, bollettino dopo bollettino, come il suolo che in passato si alzò tanto destando non poche preoccupazioni nelle autorità che sfollarono i puteolani del centro storico, perno della zona rossa, alla zona rossa di Monteruscello.

Oggi l'argomento clou nel flegreo è la cabina di regia contesa da più enti e amministrazioni per utilizzare, secondo le logiche del “rinnovamento urbano”, i suoli di Bagnoli (Campi Flegrei), senza escludere l'insediamento di nuovi residenti nella caldera del super vulcano insofferente, che sbuffa anidride carbonica a tonnellate e per questo destinatario del vigente livello giallo di attenzione vulcanica...

Il problema allora a Ischia come altrove è sempre il cemento… Generalizzando, al richiamo del maledetto oro grigio nessun partito politico resiste, perché a prescindere se trattasi di abusivismo edilizio o di licenza facile, quindi di distrazione nella vigilanza o di concessione, il sistema cementizio nel suo insieme dirotta notevoli consensi elettorali nonostante fagociti territori in danno della collettività a cui prima o poi la natura presenterà un conto.

La classe politica isolana coi suoi 64.000 abitanti è stata sbalzata sul tavolo degli imputati senza che sia stato mai fornito alle autorità comunali uno scenario di rischio. Nel vesuviano gli scenari ci sono ma sottovalutati, mentre il flegreo è stato segnato come pericoloso ma senza nulla interdire nel territorio calderico, che doveva essere destinatario di un provvedimento regionale anti cemento in concomitanza della classificazione statale di zona rossa. La classe scientifica o dipartimentale o commissariale deputata acché un evento naturale non si trasformi in catastrofe dovrebbe pur vedere queste inadempienze o incongruenze come dir si voglia…

Gli ischitani devono ricordarsi della spada di Damocle e riedificare a Casamicciola Terme con grande lucidità e tecniche ben precise. Le macerie si utilizzino per allargare porti che devono costellare i quattro punti cardinali dell’isola onde rendere agibile almeno un approdo in caso di inclemenze meteorologiche o di inagibilità delle strade che circumrotano l’isola. Sui quattro punti cardinali magari a ridosso dei porti devono essere realizzate anche le elisuperfici. Naturalmente si privilegeranno nella tempistica le opere strutturali e infrastrutturali rivolte alla vicina Pozzuoli.

La comunità scientifica deve redigere gli scenari di rischio sismico e vulcanico per l’isola d’Ischia, mentre i sei comuni ischitani dovranno stilare intanto il piano d’emergenza comunale provvisorio, con indicazione delle strutture da utilizzare all’occorrenza come punti di ricovero o di raccolta, e soprattutto e in ogni caso dovranno formalizzare un protocollo d’evacuazione tenendo in considerazione la condizione peggiore in termini di magnitudo e numero di abitanti e l’agibilità attuale dei porti. Un’evacuazione che dovrà essere riservata ai soli dimoranti e non alle loro automobili che ritarderebbero e ingolferebbero pericolosamente gli approdi.

L’Osservatorio Vesuviano dovrebbe rivedere tutta la sua organizzazione per sovrintendere e per quanto di competenza alla sicurezza dei cittadini napoletani e metropolitani. Tale struttura di ricerca e monitoraggio dell’INGV, è inconcepibile che basi la sua organizzazione sulla reperibilità del personale scientifico. La realtà napoletana non lo consente. Il personale competente deve attendere a compiti di sorveglianza attraverso turnazioni che vedano il sismologo e il vulcanologo di turno in sede 24 ore su 24, ben sistemati nella loro piccola stanzetta di guardia. Nel caso del sisma ischitano, le prime analisi dello scadente sistema di triangolazione incredibilmente suscettibile ai Black out elettrici, hanno dato l’epicentro a diversi chilometri a nord di Ischia. Il caso poteva contemplare che lo dessero a diversi chilometri a nord est di Ischia, in questo caso sotto la cittadina di Pozzuoli: il che avrebbe avuto sicuramente un altro significato…

A volte le dimissioni servono non perché una persona sia incompetente, bensì semplicemente che non è portata a un ruolo operativo che prevede il massimo dell’efficienza nel minore tempo possibile che non si misura a giorni.

Quando i collegamenti televisivi avvengono in diretta dall’Osservatorio Vesuviano, molto spesso hanno come sfondo una sala di monitoraggio imponente: innegabilmente da grande effetto mediatico… Tutto qui!
Osservatorio Vesuviano: sala monitoraggio